Srila
Bhaktivinoda Thàkura ha scritto:
sakala chàdiya
bhài sraddhàdevira guna gài
yànra krpà
bhakti dite pàre
“Abbandonando
tutto, cantiamo in lode a Sraddhàdevì,
fede, la cui grazia può portarci da Krishna”.
Sraddhà, fede, è la
cosa più sottile e tangibile. Non è immaginaria. Dobbiamo renderci conto che è
reale, concreta, e non semplicemente un sentimento astratto di coscienza
individuale. La fede è l’elemento più fondamentale in grado di metterci in
connessione con l’obiettivo più elevato.
Nessuno può
comprare l’Assoluto.
Attraverso la
radio o l’elettricità possiamo stabilire delle comunicazioni a lunga distanza.
La scienza è molto sottile e non sempre è conosciuta in tutto il mondo. Tuttavia,
non possiamo negare la sua esistenza; possiede la propria tangibile posizione.
La fede, però, è molto più sottile e, attraverso di essa, è possibile stabilire
un contatto elevato e reciproco. La fede sottile non viene raggiunta da
chiunque; possiede la propria tangibile posizione, e agisce in ogni circostanza
se otteniamo il suo peculiare contatto. Non possiamo affermare falsamente di
possederla; il nostro potere e la nostra grandezza non sono necessariamente una
prova della sua presenza in noi. Nonostante una grande esibizione, tutto quello
che impersoniamo può essere una falsità. Dobbiamo essere molto attenti nel
mantenere il nostro contatto con la fede genuina.
Sicuramente, la
sincerità è il requisito principale nella connessione con la fede. Non esiste
denaro al mondo in grado di comprarla. La qualifica è laulyam: il nostro sincero e fervente desiderio di ottenerla. Nessuno
può comprare l’Assoluto, a nessun prezzo. Ciò che assolutamente serve è il
nostro serio e sincero desiderio. Con l’ipocrisia non possiamo “trattare” con
Lui; Lui non è così ingenuo da diventare l’oggetto della “trattativa” di
qualcuno. Viene richiesto sincero desiderio per Lui, e questo risveglierà il
sentimento di servirLo. Noi lo amiamo sinceramente attraverso l’affetto. Lo
amiamo, pertanto desideriamo la Sua compagnia, e amare significa sacrificarsi
per l’oggetto del nostro amore. Srìla Jìva Gosvàmì ha dato una bellissima
definizione della parola “Bhagavàn”: bhjaniya sarva-sad-guna-visista. “Bhagavàn,
il Signore Supremo è di una natura tale che quando qualcuno entra in contatto
con Lui, desidererà servirlo e sacrificarsi per la Sua soddisfazione”. Questo è
il risultato della fede nella sua forma sviluppata. Egli è talmente nobile che
se dovessimo morire per servirlo, penseremo che l’obiettivo della nostra vita
sarà raggiunto. La Sua nobile qualità è tale da risvegliare un simile spirito
di sacrificio verso di Lui; attrae tutto verso di Se. “Morire per vivere”. Così
è la fede.