“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




sabato 23 settembre 2017

"Il desiderio dei Vaisnava"



 
Risultati immagini per Prahlada maharajaSRIMAD BHAGAVATAM
CANTO 7
CAPITOLO 9
VERSO 44

Mio Signore, Srì Nrsimhadeva, vedo che sono molte le persone sante interessate soltanto alla propria liberazione. Senza preoccuparsi delle città e dei villaggi, vanno sull’Himalaya o nella foresta a meditare facendo il voto del silenzio (mauna-vrata). Non s’interessano di liberare gli altri. Per quanto mi riguarda, non voglio essere liberato da solo abbandonando tutti questi sciocchi e mascalzoni. Se resteranno privi della coscienza di Krishna, se non prenderanno rifugio ai Tuoi piedi di loto, so che non potranno essere felici. Desidero condurli di nuovo al rifugio dei Tuoi piedi di loto.

SPIEGAZIONE

Questo è il desiderio dei vaisnava, dei puri devoti del Signore. Anche dovendo rimanere in questo mondo materiale, un vaisnava non ha problemi personali perché il suo unico desiderio è quello di rimanere cosciente di Krishna. Una persona cosciente di krishna può essere felice anche all’inferno; perciò Prahlàda Mahàraja afferma, naivodvije para duratyaya-vaitaranyàh: “O migliore tra le grandi personalità, non ho affatto paura dell’esistenza materiale”. Il puro devoto non è mai infelice in nessuna condizione. Lo Srìmad-Bhàgavatam (6.17.28) conferma:

                                                                nàràyana-paràh sarve
na kutascana bibhyati
svargàpavarga-narakesv
api tulyàrtha-darsinah

Risultati immagini per srila prabhupada“I devoti che s’impegnano esclusivamente al servizio di devozione offerto a Dio, la Persona Suprema, Nàràyana, non temono mai nessuna condizione di vita. I pianeti celesti, la liberazione e i pianeti infernali hanno il medesimo valore per il devoto,  il quale è interessato soltanto al servizio del Signore”.
Per il devoto, essere situato sui pianeti celesti equivale a trovarsi in quelli infernali, perché in realtà egli non vive né in cielo né all’inferno, ma con Krishna, nel mondo spirituale. I karmi, e i jnanì non possono capire il segreto del successo del devoto. I karmi , quindi, cercano la felicità servendosi di progetti materiali e i jnanì vogliono essere felici fondendosi nel Supremo. Il devoto, invece, non ha simili interessi, non è attratto dalla cosiddetta meditazione sull’Himalaya o nella foresta; il suo interesse si concentra su quella parte del mondo dove le attività sono più numerose e dove si può insegnare la coscienza di Krishna alla gente. Il Movimento per la Coscienza di Krishna è stato inaugurato a questo scopo. Noi non insegniamo a praticare la meditazione in un luogo solitario soltanto per potere dimostrare di essere diventati molto elevati, e inorgoglirci di questa cosiddetta meditazione trascendentale, pur continuando ad impegnarci il ogni tipo di assurde attività materiali. Un vaisnava come Prahlàda Mahàraja non gradisce questa falsa esibizione di progresso spirituale. Egli vuole invece illuminare la gente nella coscienza di Krishna sapendo che questo è l’unico modo che permette a tutti di diventare felici. Prahlàda Mahàraja dice chiaramente nànyam tvad asya saranam bhramato’nupasye: “So che senza la coscienza di Krishna, senza prendere rifugio ai Tuoi piedi di loto nessuno può essere felice”. L’essere va errando per tutto l’universo, vita dopo vita, ma per la grazia di un devoto, di un servitore di Srì Caitanya Mahàprabhu, può ricevere la chiave per la coscienza di Krishna, e allora non solo può trovare la felicità in questo mondo, ma può anche tornare a Dio, nella sua dimora originale. Questo è il vero scopo della vita. I componenti del Movimento per la Coscienza di Krishna non si curano affatto della cosiddetta meditazione sull’Himalaya o nella foresta, dove si può solo fare ostentazione di queste pratiche, e nemmeno sono interessati ad aprire scuole di yoga nelle città. Anzi, ogni membro del Movimento per la Coscienza di Krishna desidera recarsi di porta in porta per cercare di parlare alla gente degli insegnamenti della Bhagavad-gìtà così com’è, degli insegnamenti di Srì Caitanya. Questo è lo scopo del movimento Hare Krishna. I suoi aderenti devono essere perfettamente convinti che senza Krishna nessuno può essere felice; in questo modo, chi è cosciente di Krishna evita ogni sorta di falsi spiritualisti, trascendentalisti, e adepti della meditazione, monisti, filosofi e filantropi.