“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




martedì 15 maggio 2018

"PRIMA ARRENDITI, POI SERVI" di Srila B.R. Sridhara Deva Goswami Maharaja


Risultati immagini per srila sridhar maharajDal Libro
"I Sermoni del Guardiano della Devozione"

“aham hi sarva-yajnànàm, bhoktà ca prabhùr eva ca”
                                                   
                                                                                            Bhagavad-gìtà 9.24

Nella Srì Gìtà troviamo: “La realtà è da sé stessa e per sé stessa”. “Io sono il Signore e il Beneficiario di tutti i sacrifici”. Così, Srì Srìdhara Swàmìpàda ha avvertito: “Prima arrenditi, poi servi”; altrimenti, cercherai di acquisire qualcosa, appropriartene e poi scappare. No. Firma il contratto per ciò che ti corrisponde, poi fai il servizio necessario senza dipendere da te stesso.
E’ desiderabile una tale vita? Dobbiamo pensare che esiste un grande rischio: “Morire per vivere”. Dobbiamo prima morire per poter vivere in futuro? Siamo preparati per accettare questo rischio? Siamo sufficientemente disgustati dal presente ambiente da assumerci questo rischio con la speranza di ottenere un futuro brillante? “Io salterò!”. Siamo sufficientemente disgustati al punto di fare questo passo?
Se sono sincero con me stesso e se ho anche una piccola visione di questo futuro brillante, allora posso assumermi questo rischio. Al contrario, nessuno sarà così stupido da assumersi questo rischio e saltare, abbandonando il presente per un futuro incerto. Per dare valore a questo salto, bisogna avere intravisto almeno il più piccolo raggio di tale brillante esistenza.
Sukritì, merito devozionale, e sraddhà, buona fede, vengono richieste. Se solamente un tocco di nobile fede è sorta nel nostro cuore, si può accettare questo audace passo e saltare; altrimenti è impossibile. Prima sraddhà, poi sàdhu-sanga e bhajana-kriyà. Con la fede, quando si ha l’associazione dei devoti, le pratiche del servizio devozionale continuano. Con la fede uno può adottare il processo della realizzazione. Sakala chàdiyà bhài, sraddhàdevira guna gài: “Abbandona tutto, e con tutta la tua energia elogia la nobiltà della fede, il raggio di luce per una vita nuova e nobile.
Perfino grandi eruditi e personalità del mondo religioso non possono comprendere la qualità della vita arresa a Krishna (na vai vidur rsayo nàpi devàh, Srìmad- Bhàgavatam 6.3.19); cosa può capire, allora, un comune essere umano? Coloro che ne rimangono fuori possono provare, ma ancora nessuno di essi è arrivato sul campo.