"I Sermoni del Guardiano della Devozione"
“aham hi sarva-yajnànàm, bhoktà
ca prabhùr eva ca”
Bhagavad-gìtà 9.24
Nella Srì Gìtà troviamo: “La realtà è da sé stessa e per sé stessa”. “Io
sono il Signore e il Beneficiario di tutti i sacrifici”. Così, Srì Srìdhara
Swàmìpàda ha avvertito: “Prima arrenditi, poi servi”; altrimenti, cercherai di
acquisire qualcosa, appropriartene e poi scappare. No. Firma il contratto per
ciò che ti corrisponde, poi fai il servizio necessario senza dipendere da te
stesso.
E’ desiderabile una tale vita?
Dobbiamo pensare che esiste un grande rischio: “Morire per vivere”. Dobbiamo
prima morire per poter vivere in futuro? Siamo preparati per accettare questo
rischio? Siamo sufficientemente disgustati dal presente ambiente da assumerci questo
rischio con la speranza di ottenere un futuro brillante? “Io salterò!”. Siamo
sufficientemente disgustati al punto di fare questo passo?
Se sono sincero con me stesso e
se ho anche una piccola visione di questo futuro brillante, allora posso
assumermi questo rischio. Al contrario, nessuno sarà così stupido da assumersi
questo rischio e saltare, abbandonando il presente per un futuro incerto. Per
dare valore a questo salto, bisogna avere intravisto almeno il più piccolo
raggio di tale brillante esistenza.
Sukritì, merito devozionale, e sraddhà, buona fede, vengono richieste.
Se solamente un tocco di nobile fede è sorta nel nostro cuore, si può accettare
questo audace passo e saltare; altrimenti è impossibile. Prima sraddhà, poi sàdhu-sanga e bhajana-kriyà.
Con la fede, quando si ha l’associazione dei devoti, le pratiche del servizio
devozionale continuano. Con la fede uno può adottare il processo della
realizzazione. Sakala chàdiyà bhài, sraddhàdevira guna gài: “Abbandona
tutto, e con tutta la tua energia elogia la nobiltà della fede, il raggio di
luce per una vita nuova e nobile.
Perfino grandi eruditi e
personalità del mondo religioso non possono comprendere la qualità della vita
arresa a Krishna (na vai vidur rsayo nàpi
devàh, Srìmad- Bhàgavatam 6.3.19); cosa può capire, allora, un comune
essere umano? Coloro che ne rimangono fuori possono provare, ma ancora nessuno
di essi è arrivato sul campo.